Alberto Rocca racconta la travagliata genesi del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, che per arrivare alla forma in cui lo conosciamo è stato protagonista di un lungo percorso attraverso gli anni, fatto di colpi di scena e passaggi di mano in mano, per approdare finalmente ad una casa sicura: la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Una genesi travagliata, quella del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, che per arrivare alla forma in cui lo conosciamo è stato protagonista di un percorso unico nella storia dell’arte, fatto di colpi di scena e profondi cambiamenti, passaggi di mano in mano e finalmente una casa sicura: la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano. Una storia che sembra un film, quella che ci racconta Alberto Rocca, che supera i limiti del tempo e che si espande fino ai giorni nostri. Un’ulteriore riprova di quanto gli appunti di Leonardo siano densi di significato, preziosi custodi di un approccio alla vita, al mondo e alle arti che sopravvive nell’essenza di ogni grande opera, dall’imprenditoria all’arte. Assemblato nel tardo cinquecento da Pompeo Leoni, il Codice Atlantico, raccoglie una selezione di studi di Leonardo sui più disparati argomenti: la meccanica, l’idraulica, la tessitura, il volo, la geometria e il moto perpetuo. Il Codice Atlantico, fin dalla morte del suo creatore, ha subìto continue rilavorazioni e restauri volti a conservarlo al meglio, segno di come queste pagine abbiano avuto un valore inestimabile fin da quando furono scritte. Quello che era stato chiamato “Disegni di macchine e delle arti e altre cose di Leonardo da Vinci raccolti da Pompeo Leoni” - e solo in seguito prende il nome Codice Atlantico - è ancora oggi una fonte di sapere e di ispirazione per chi, come Leonardo, vuole guardare oltre ai limiti del proprio tempo.